Replying to Artrite, artrosi e autoimmuni

  • Create account

    • Nickname:
  • Enter your Post

    •              
           
       
      FFUpload  Huppy Pick colour  HTML Editor  Help
      .
    •      
       
      File Attachments    Clickable Smilies    Show All
      .
  • Clickable Smilies

    • <3:XD:*_*:];P:XP:(:=)X):D:>.<>_<
      =_=:|:?3_3:p:;_;^U^*^^*:=/::*::b::f:
  • File Attachments

    • ForumFree Hosting   jpg gif png zip ...

      Descr.:
      Image Hosting: host it!

  •   

Last 10 Posts [ In reverse order ]

  1. Posted 11/7/2010, 21:13
    Finalmente Sconfitta l'Artrite... Un medico americano nel suo libro racconta come sia riuscito in 15 giorni a sconfiggere definitivamente la propria grave artrite e a portare sollievo a migliaia di persone sofferenti per varie forme di artrite, artrosi, e altre malattie di origine autoimmune.
    Assieme ai ricercatori della sua clinica ha ulteriormente sviluppato e migliorato la formula originaria scoperta 25 anni prima da uno scienziato dell'Istituto Federale di Sanità Americano. Il dott. Dihel, questo il nome dello scienziato, aveva scoperto una particolare sostanza naturale derivata da grassi animali (contenuta fra l'altro anche nel cioccolato, nei formaggi e nel burro) che riusciva ad impedire il formarsi dell'artrite e dell'artrosi in tutti i tests di laboratorio, come pure ad eliminare l'artrite che aveva colpito anche lui, e quella dei suoi amici e conoscenti che si erano sottoposti volontariamente al trattamento.

    Purtroppo il dott. Dihel non era riuscito a procurarsi dei finanziamenti per continuare la sua sperimentazione e così fu costretto ad abbandonare il progetto. Il suo obiettivo era quello di trovare una sostanza senza controindicazioni che potesse essere assunta per via orale, visto che quella che aveva ottenuto per essere efficace doveva essere iniettata sulle parti del corpo colpite dall'artrite e dall'artrosi.

    Alcuni anni dopo questo progetto fu casualmente trovato da uno studioso della San Diego Clinic Immunological Center in California, riportando così alla luce una scoperta che forse fra qualche anno potrà essere veramente riconosciuta in tutto il mondo come la più grande scoperta nutrizionale del secolo. E' dal 1996 che questa sostanza è stata immessa ufficialmente in commercio, inizialmente negli USA e successivamente in molti altri paesi, fra i quali anche l'Italia, dove sono state confermate le percentuali di successo descritte nel libro.

    NON E' UN FARMACO, É UNA SOSTANZA ALIMENTARE DI ORIGINE NATURALE.

    Dott. L.Sands - La storia sbalorditiva del CMO™

    Il CMO™ nella sua formulazione autentica elaborata dal Dr. Sands viene prodotto esclusivamente negli USA e distribuito in forma di capsule da assumere per via orale.

    Qualsiasi prodotto che dichiari di contenere “autentico/originale” CMO, cetilmiristoelato, cerasomal-cis-9-cetylmyristoelate, o simili, ma che sia prodotto al di fuori degli Stati Uniti,
    NON contiene il CMO autentico, quindi potenzialmente inefficace.

    Il CMO™ è ottenuto utilizzando una complessa tecnologia che necessita di particolari e sofisticati impianti di produzione al momento non disponibili al di fuori degli Stati Uniti.


    Come raccontato dai partecipanti allo studio controllato dalla San Diego Clinic (California, USA) con i successivi rapporti di medici, i loro pazienti e comuni consumatori.
    La soluzione più efficace finora conosciuta per i problemi degenerativi delle articolazioni. Approfonditi studi clinici su pazienti affetti da varie forme di artrite e artrosi confermano questa affermazione.
    Commento del dott. Douglas Hunt (USA): ".........l'artrite reumatoide danneggia i tessuti, causa sofferenze estreme e morti premature. E così succede con altre malattie che questa sostanza riesce ad invertire. Se hai l'artrite reumatoide......allora sappi che sto raccontando di un miracolo......UN MIRACOLO!!!"
    Una sostanza naturale che sta facendo gridare al miracolo migliaia di persone in tutto il mondo sofferenti di varie forme di artrite, artrosi e di malattie di origine autoimmune come fibromialgia, lupus, sclerosi multipla, psoriasi, ecc.
    Una sostanza che possiamo trovare in microscopiche quantità anche nei cibi di ogni giorno: burro, formaggi e cioccolato. Il dott. Douglas Hunt, famoso medico americano l'ha anche definita: "la più importante scoperta dopo la penicillina".


    LA STORIA.

    Cetilmiristoleato è il nome di questa straordinaria sostanza. Fu scoperto e isolato da Harry W. Dihel, ricercatore presso il National Institute of Health (come il nostro Istituto Superiore di Sanità), dipartimento Artrite e Malattie del Metabolismo e Digestive. Egli aveva già utilizzato la sua conoscenza chimica e il suo grande istinto come ricercatore identificando più di 500 sostanze, molte delle quali furono brevettate dall'Istituto (NIH).

    L'interesse di Dihel per scoprire un modo per aiutare le vittime dell'artrite cominciò circa 40 anni fa quando un suo amico, un carpentiere, manifestò i sintomi di una grave forma di artrosi (osteoartrite). In breve le sue condizioni peggiorarono a tal punto da diventare disabile. Questi aveva una famiglia da mantenere, ma la sua artrosi rendeva impossibile questo impegno. Dihel era una persona profondamente religiosa e fu molto afflitto per il peggioramento delle condizioni del suo amico. Harry pensò: "Lavoro da anni all'Istituto e non ho mai trovato sostanze che siano capaci di curare l'artrite". Decise di costruirsi un laboratorio in casa e si dedicò alla ricerca di qualcosa che potesse togliere il dolore e l'invalidità al suo amico e a milioni di persone che soffrono per l'artrite e l'artrosi. Purtroppo era ormai tardi per aiutare il suo amico, ma la ricerca di Dihel portò alla scoperta del cetilmyrystoleate, (cetilmiristoleato) che un giorno potrà essere proclamato come una delle più importanti scoperte nutrizionali del ventesimo secolo.

    LA RICERCA.

    Come ricercatore, Dhiel sapeva che per trovare una cura per l'artite e l'artrosi bisognava prima provocare la malattia negli animali di laboratorio. Iniziò con i topi, ma ben presto si accorse che non riusciva in alcun modo a provocare loro l'artrite. Contattò allora un collega ricercatore che gli rispose: "Se tu o chiunque altro riuscite a provocare l'artrite nei topi, ditemelo, perchè secondo me essi ne sono immuni al cento per cento."

    Fu in quel momento che l'istinto di Dhiel gli fece capire che ciò che lui cercava era già presente in qualche parte del corpo di quei topi.

    Dopo un lavoro lungo e noioso, Dihel trovò il fattore che rendeva immuni i topi all'artrite, un composto nel loro sangue che venne poi identificato come cetyl myristoleate.

    A quel tempo non si conosceva nessun altra fonte in natura che lo contenesse. Mentre le prime quantità di cetilmiristoleato per gli esperimenti furono estratte dai topi, Dhiel sviluppò velocemente un metodo per produrlo tramite l'esterificazione dell'acido miristotelico.

    LA CHIMICA.

    Il cetilmiristoleato è un olio, un acido grasso insaturo. Il nome comune è acido miristotelico. Lo possiamo trovare nell'olio di pesce, di balena e nel burro di latte. Prima della scoperta di Dhiel il cetimiristoleato non era registrato nella letteratura chimica. L'attuale indice Merck delle sostanze chimiche non lo contempla nelle sue liste.

    SPERIMENTAZIONE.

    La sperimentazione prese in esame un gruppo di topi e due gruppi di ratti. A tutti fu somministrata una sostanza che provoca l'artrite. Dopo un periodo di osservazione, i topi non mostrarono alcun sintomo dell'artrite, ai ratti cui fu somministrata la sostanza provoca-artrite svilupparono gravi gonfiori a tutte le zampe mentre i ratti che avevano ricevuto il cetilmiristoleato prima della sostanza, erano cresciuti in media 5,7 volte il gruppo di controllo e avevano lievi, se non nessuno, segni di gonfiore o altri sintomi di poliartrite.

    UNA LACUNA.

    Dhiel brevettò la sua scoperta nel 1977, ricevendo un brevetto per l'artrite reumatoide. Propose a delle compagnie farmaceutiche di condurre le prove sugli esseri umani, ma nessuna era interessata alla scoperta. Forse la mancanza di interesse era dovuta al fatto che trattandosi di una sostanza naturale, non poteva ottenere un brevetto esclusivo relativamente alla fonte che la contiene. Si dice anche che gente molto potente "consigliò" a Dhiel di dimenticare la sua scoperta. Dhiel quindi lasciò che la sua scoperta giacesse inutilizzara per 15 anni fino a quando....

    L' ARTRITE DI DHIEL.

    Come Dhiel invecchiò, cominciò egli stesso a patire per un'artrite alle mani, alle ginocchia e alle caviglie. Dopo vani tentativi con cortisone e altri anti-infiammatori, decise di provare il cetilmiristoleato su di sé. Così riuscì a curare la propria artrite e ben presto anche quella di molti fra amici, conoscenti e clienti.

    DALLA SCOPERTA DI DHIEL AI GIORNI NOSTRI.

    Forse la scoperta di Dhiel sarebbe rimasta nascosta per chissà quanti anni ancora se un ricercatore della San Diego Clinic Immunological Center non avesse trovato un vecchio articolo sul cetilmiristoleato pubblicato sul Journal of Pharmaceutical Science e si rese conto delle sue potenzialità. Direttore della clinica era, il dott. Sands, molto interessato all'argomento artrite dato che egli stesso soffriva per una grave forma di artrosi (osteoartrite) alle ginocchia che lo stava progressivamente invalidando. Sotto la sua guida i ricercatori della clinica riuscirono presto a sviluppare un preparato che potesse essere assunto per via orale e con un più alto di assimilazione da parte dell'organismo rispetto alla sostanza di Dhiel che doveva essere iniettata direttamente sulle zone colpite dalla malattia. Utilizzando una particolare tecnologia di lavorazione brevettata, il cetilmiristoleato divenne cerasomal-cis-9-cetilmiristoleato. I risultati positivi della sperimentazione sugli esseri umani non si fecero attendere, superando le più ottimistiche previsioni dei ricercatori. Infatti ci fu una media dell'85 % di miglioramento delle condizioni dei pazienti affetti da varie forme di artrite, artrosi e altre malattie autoimmuni. Quel che ha più stupito è stata la rapidità con la quale si sono raggiunti simili risultati.Mediamente ci sono volute due-tre settimane e al momento sembra che la durata del recupero sia definitiva. Pochi hanno avuto bisogno di un ulteriore ciclo di trattmento: di solito chi, preso dall'entusiasmo della mancanza di dolore, aveva esagerato con l'attività fisica.

    ----------------------------------------------------------------------------------------------------------

    a me quello che mi sorprende è il fatto che nonostante tutte queste scoperte tutto va avanti come prima nessun cambiamento e nessun nuovo farmaco viene proposto ai pazienti.

Review the complete topic (launches new window)