anti tnf: finalmente una cura che funziona davvero!

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  1. francy-66
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    enbrel farmaci biologici anti tnf: finalmente una cura che funziona davvero! Sono Francesca di Roma, sparita da mesi perché stavo cambiando radicalmente cura e, come ogni fase di cambiamento, non è stato un periodo molto facile, anzi direi piuttosto difficile. Ora voglio rendere partecipe della mia positiva esperienza chiunque possa giovarsene. Ho una diagnosi di spondiloartrite con sacroileite bilaterale, malattia di sjogren e una connettivite indifferenziata sistemica (che si è manifestata con disturbi della coagulazione e pancreatite cronica autoimmune). Da 2 anni sono stata seguita da un centro reumatologico e trattata soltanto con salazopirina e plaquenil (idrossiclorochina). Mi si diceva infatti che la mia sacroileite avrebbe tratto giovamento dai farmaci biologici antiTNF ma la mia connettivte avrebbe potuto aggravarsi. Ma i dolori in questi 2 anni erano in costante peggioramento e dopo i primi mesi di tramadolo (fino a 90 gocce al giorno), il centro di terapia del dolore mi ha dirottata sulla buprenorfina (penso che dal nome sia facilmente intuibile da quale principio attivo derivi questo farmaco). Ma ero arrivata a maggio di quest'anno con difficoltà motorie sempre più gravi. allora ho cambiato centro e sono fortunamente approdata al S. Andrea di Roma, una scelta istintiva, volevo un ospedale nuovo pensando che ciò potesse significare anche nuove opzioni terapeutiche. Sono stata incredibilmente fortunata ed ho trovato un immunologo (giovane per essere già professore) con tanta voglia di trovare una soluzione ai miei problemi. E' partito dalla diagnosi che già avevo che è stata riconfermata, anche se la sacroileite nel frattempo era peggiorata ed era evidente anche dalla risonanza magnetica (che nel settembre 2005 era ancora negativa). In più mi è stato trovato il sjogren. Questi 2 anni non sono stati tuttavia inutili perché il centro reumatologico da cui provenivo era uno dei pochi a dosare due rarissimi autoanticorpi che io ho sempre avuto positivi e molto alti (mentre gli autoanticopri più classici nel mio caso oscillano tra negatività e un basso titolo di positività). Questi 2 autoanticorpi non sono dosati al S. Andrea ma sono stati necessari all'immunologo del S. Andrea per inquadrare correttamente la mia situazione patologica. In breve a partire dal 3 ottobre ho iniziato l'Enbrel (un antiTNF) e sospeso la buprenorfina. Il distacco della terapia antiodolorofica è stato pesantissimo, per 2 mesi non sono potuta venire al lavoro per i dolori, sono andata avanti ad alti dosaggi di fans fino a metà novembre ma la mia fiducia in questo immunologo è stata premiata: da fine novembre uno dei due autoanticorpi (antinucleosomi)che da 2 anni avevo molto alti si è completamente negativizzato e cosa ancora più sorprendente anche la pancreatite autoimmune è completamente rientrata. Per la pancreatite io avevo sempre valori alterati di amilasi e lipasi già dal lontano 1993. Ora sono nella norma (unico piccolo problema che io abituata a mangiare assimilando ben poco ora ho dovuto darmi una regolatina sul mangiare per non ingrassare, unico piccolo neo della storia!). Ma i dolori alle sacroiliache e anche a tutta la colonna sono migliorati almeno del 60- 70%. Ho qualche dolore giusto la sera e la mattina e mi è rimasta la difficoltà a salire le scale e la mancanza di forza nelle mani ma per il resto sono veramente rinata!Soltanto gli autoanticorppi antiprotrombina non hanno risposto all'enbrel che non è specifico per quel tipo di anticopro, ma per quelli ho comunque la copertura degli antiaggreganti. L'immulogo quando sono passata al day hospital prima di Natale era molto felice di vedermi così bene e io gli ho detto "figuriamoci io quanto sono felice!". Davvero i risultati sono stati superiori ad ogni mia aspettativa, anche se l'immunologo mi era sembratro da subito molto sicuro del fatto suo quando mi disse "se lei accetta di sospendere la buprenorfina io posso prenderla in cura e le assicuro che ho buone probabilità di riuscire a guarirla". E così è stato infatti! Perciò se vi offrono la possibilità degli antitnf accetttatela, io dapprima avevo paura di questi farmaci immunosoppressivi e ho accettato soltanto per la fiducia che l'immunologo mi ha ispirato da subito. Spero che il racconto sommario della mia esperienza possa essere utile anche a Voi. Francesca ENBREL LA MIA RINASCITA GRAZIE AL FARMACO BIOLOGICO ENBREL, vi racconto la mia esperienza Alfonso (che ho finalmente conosciuto sabato scorso 10 maggio 2008 all'incontro medici - pazienti svoltosi all'Umberto I di Roma) mi ha chiesto di rendere partecipi anche gli altri amici del forum della mia positiva esperienza con i farmaci biologici La mia storia di malata inizia nel 1993 con una serie di pancreatiti che soltanto due anni fa sono state riconosciute ad eziologia autoimmune. La storia di malata reumatica inizia invece nell'ottobre 2004 con dolori articolari in continuo peggioramento, cefalee, rialzo della pressione arteriosa minima (con valori intorno ai 90 - 100), fenomeno di raynaud. Dopo una serie di peregrinazioni indicibili fra ospedali, approdo finalmente ad un centro che dopo 6 mesi di attesa (e due day hospital) mi fa un ricovero di 21 giorni a seguito del quale finalmente si approda a settembre 2005 alla diagnosi di spondiloartrite sieronegativa (con infiammazione delle sacro-iliache e delle spalle presente alla scintigrafia ossea ma con risonanza magnetica negativa ovvero le articolazioni ancora non erano danneggiate; questo punto è importante per il dopo) e di connettivite indifferenziata (avendo positivi alcuni autoanticorpi e precisamente LAC, Antiprotrombina ed antinucleosomi). Mi iniziano il trattamento con i famosi D'MARDS (i farmaci di fondo) prima salazopirina (portata gradualmente a due grammi die) poi dopo un mese viene aggiunta la clorochina bayer 250 mg per 5 giorni a settimana. Il viceprimario (che è uno in gamba e di coscienza) mi dice "peccato che hai questa connettivite perché altrimenti per la tua sacroileite ti inizierei i biologici" (ho poi scoperto che il primario aveva proibito l'uso dei biologici in presenza di connettivite, penso per motivi economici essendo farmaci molto costosi). Sempre il viceprimario dopo due mesi mi ha messo in trattamento per gli anticorpi antifosfolipidi che erano diventati molto alti (un antiaggregante la ticlopidina) e per il fenomeno di raynaud, la cefalea e l'ipertensione (con adalat chrono 10 mg). Il tempo è passato con controlli ambulatoriali presso questo centro ogni 4 mesi circa, la terapia mi veniva sempre riconfermata. Poi ad ottobre 2006 sono anche andata in privato dal primario per avere un parere in più perché in reparto lo vedevi soltanto come apparizione per la quale non eri più di un topolino da esperimento. L'unica cosa positiva è che il primario ha sostituito la clorochina con il plaquenil (idrossiclorochina) che riuscivo a tollerare bene (a differenza della clorochina che spesso mi faceva vomitare). Ma i dolori erano sempre in peggioramento anche se i medici di questo centro non vi davano molta importanza e poi hanno trovato che avevo positivi i tender point della fibromialgia e quindi quello bastava, secondo loro, a spiegare i dolori. Mi hanno dato un antidepressivo (il sereupin) che a parte farmi aumentare di peso di 2 - 3 kg non ha migliorato per nulla i miei dolori. Allora poiché i dolori peggioravano di continuo ed ero arrivata al dosaggio massimo giornaliero di tramadolo senza ottenere grandi miglioramenti, mi sono rivolta ad un centro per la terapia del dolore il quale mi ha prescritto un cerotto a base di buprenorfina (un potente analgesico oppiaceo parente stretto della morfina). Purtroppo questo cerotto mi è stato prescritto a fin di bene ma ha indirettamente fatto il mio male. Infatti essendo molto potente (ed io lo assumevo ad un dosaggio moderatamente alto 52 mg/ora) non mi faceva sentire i dolori ed inoltre mi faceva dormire molto e mi stordiva portandomi ad uno stato di obnubilamento. Non riuscivo a pensare, non riuscivo a capire, ero come in trance. In tal modo sono peggiorata senza accorgemene. Sono in tal modo arrivata a fine maggio 2007 e, nonostante lo stordimento, ho dovuto prendere atto di una ben triste realtà. Ero peggiorata tanto e avevo perduto molte funzioni articolari prima normali. Le caviglie erano diventate debolissime e cedevano al minimo dislivello della strada (per il quale non avrebbe preso una storta nemmeno un bimbo) e cadevo a terra con conseguenze a volte anche gravi (un anno fa sono caduta su una panchina di marmo con il viso e vi lascio intuire come ero carina dopo, sembrava mi avessero pestato). Le ginocchia e le anche non riuscivano più compiere il movimento necessario per salire le scale e non riuscivo più a farlo senza letteralmente spalmarmi sul corrimano. Non avevo più forza nelle mani tanto da non riuscire neppure ad aprire una bottiglietta d'acqua nè a spostare una pentola per scolare la pasta. A giugno ho iniziato a zoppicare anche camminando in piano e a non riuscire più a stare in piedi nemmeno pochi minuti e dovevo appoggiarmi a mura, pali ecc. A questo punto ho iniziato a non fidarmi più del centro che mi aveva seguita in quei due anni e mezzo (da febbraio 2005 fino a giugno 2007) ed ho iniziato a pensare che era indispensabile cambiare parrocchia, perchè ormai il peggioramento era innegabile e continuava. Gli anticorpi antinucleosomi erano ormai tanto alti da aver superato ogni record (e peccato che non era però previsto nessun premio finale). Fra l'altro anche i valori del pancreas si erano rialzati e rischiavo anche di riavere il problema delle pancreatiti. A giugno mi è venuta l'illuminazione e mi sono rivolta per una visita al S. Andrea. A luglio 2007 sono stata ricoverata al S. Andrea per 3 settimane. Mi hanno fatto ogni sorta di accertamento (anche la biopsia delle ghiandole salivari che nessuno mi aveva mai fatto prima). La diagnosi è stata di spondilite, malattia di Sjogren e sindrome da antifosfolipidi. La risonanza magnetica (che ad agosto 2005 era negativa) ora denunciava innegabilmente una sacroileite bilaterale ovvero le articolazioni erano state attaccate (alla faccia dei farmaci di fondo!). A questo punto sono stata inserita per un controllo ambulatoriale e qui ho conosciuto il meraviglioso immunologo che da settembre 2007 mi segue ( e chi lo molla più!). Lui dopo avermi visitata mi fece un discorso molto chiaro e diretto. "Signora, la sua fibromialgia è limitata a pochi punti , lei ha una sacroileite ed una spondilite, oltre allo Sjogren che se non trattato può peggiorare. Io penso di poterla guarire ma non posso prenderla in cura se lei prima non stacca l'oppiaceo perché io non curo paziewnti anestesizzati". Le sue parole mi risultarono dure (non per come le aveva dette perché è un uomo molto gentile ma per quello che lui aveva detto significava per me: ovvero togliere il cerotto, risentire i dolori, stare male). Ma il suo sguardo era così sicuro che mi ha trasmesso sicurezza e fiducia e gli ho detto "va bene professore, se lei pensa di potermi togliere il dolore in un altro modo, io la morfina la butto al secchio". Mi ha allora prescritto tutti gli accertamenti necessari da fare prima di iniziare il farmaco biologico (necessari a vedere se io avessi infezioni in atto fra le quali la tubercolosi) e mi ha detto di ritornare in day hospital per prendere un appuntamento quando avessi iniziato a staccare il cerotto (il quale, essendo un farmaco che da dipendenza fisica, necessita di un distacco graduale). Ho fatto come mi ha detto lui ed il 2 ottobre 2007 (non dimenticherò mai questa data) ho iniziato l'Enbrel (etanercept). L'enbrel è un recettore solubile per il TNF alfa, ovvero blocca l'azione infiammatoria del TNF intercettandolo ed evitando che esso possa legarsi ai propri recettori nell'organismo. Il TNF alfa è infatti ritenuto a ragione responsabile dell'infiammazione che il sistema immunitario impazzito attiva contro i nostri tessuti. (Magari se vi interessa sapere qualcosa di più del TNF alfa fatemelo sapere e ve ne parlo meglio in un altro post. Non sono medico ma sono molto curiosa e mi sono documentata tra libri di immunologia e convegni medici). Ricordo ancora quando la mattina del 2 ottobre mi sono seduta davanti all'immunologo, lui mi ha detto "allora?" e io "da ieri ho staccato completamente il cerotto di morfina". Mi ha detto "Brava! E' molto motivata" e mi ha sorriso. Quel suo sorriso mi ha dato coraggio nel difficilissimo mese che è seguito all'inizio dell'Enbrel (50 mg sottocute una volta a settimana). Il farmaco biologico ha infatti bisogno di almeno un mese perché possano avvertirsi i primi effetti positivi e nel frattempo, non avendo più la morfina, i dolori sono tornati alla grande ed insieme a questi anche l'astinenza (sono forma di nervosismo, difficoltà a dormire, a non riuscire a trovare una posizione nel letto, mancanza di appetito). Mi erano stati prescritti antiinfiammatori potenti ma più di tanto non riuscivano a fare. Ma non ho mai perso la speranza perché rivedevo gli occhi di B. (l'immunologo) ed il suo sorriso ed avevo fiducia in lui, che ce l'avrebbe fatta a guarirmi. E lui ha avuto ragione a dirmi che poteva guarirmi ed io ho avuto ragione a fidarmi di lui. Dopo un mese ho iniziato a sentire i primi effetti positivi, ho potuto ridurre i fans e dopo un altro mese, ai primi di dicembre, ho potuto sospenderli completamente. Fatte le analisi ho pouto constatare che gli anticorpi antinucleosomi erano rientrati completamente nelle norma (7 con un valore normale minore di 15 e valori precedenti a 90) e che anche i valori del pancreas (per la pancreatite) erano rientrati nella norma (cosa che non accadeva più da anni). E tutto questo grazie all'Enbrel ed al medico che me lo ha dato. Ora sto bene, non ho più dolori (soltanto qualche doloretto articolare in periodi che magari prendo una forma influenzale che mi provoca una riacutizzazione), non prendo nè analgesici e nemmeno antiinfiammatori. Da febbraio 2008 l'immunologo ha provato a sospendere il plaquenil e la salazopirina (perché era troppo tempo che li prendevo) ma poiché sono ritornati anche se in forma lieve i dolori alle mani, alle caviglie ed alle ginocchia l'immunologo mi ha prescritto il Methatrexate 10 mg intramuscolo a settimana con integrazione di acido folico per limitarne gli effetti nocivi. Lo sopporto bene (non mi da nessun effetto collaterale) e dopo un mese dall'inizio del MTX i dolori a mani e ginocchia si sono attenuati ed ora, al secondo mese dall'inizio, sono passati completamente. Infatti abbinare un farmaco di fondo (specie il MTX) al biologico ne potenzia l'effetto. Quindi per sintetizzare posso dire che il farmaco biologico (nel mio caso l'Enbrel) mi ha cambiato completamente la vita, in primo luogo perchè mi ha liberata dal dolore e dalla dipendenza dagli analgesici e dai fans e poi mi ha anche fatto recuperare parte della funzionalità perduta. Ora riesco a camminare in piano senza zoppicare e riesco anche a stare in piedi senza dovermi appoggiare. Certo mi sono rimasti dei problemi funzionali (fra i quali la debolezza alle caviglie ai polsi e la difficoltà a salire le scale) dovuti a quei due anni e mezzo di malattia in fase attiva e progressiva trattata con terapia troppo debole (come i soli farmaci di fondo). Spero che qualcos'altro si possa recuperare ancora con il tempo. Tremo al pensiero di cosa sarebbe potuto succedere se non avessi incontrato questo fantastico immunologo che mi ha letteralemente salvata. il messaggio che vorrei fare arrivare è l'importanza e l'utilità dei farmaci biologici che anche se molto costosi sono veramente l'unica terapia veramente efficace, almeno nei casi più seri. Non abbiata etimore di parlarne con il vostro medico curante e di chiedere perchè nel vostro caso non sarebbero indicati. (vi sono certo delle situazioni nei quali non possono essere somministrati, specie in pazienti con pregresse infezioni gravi). Ho sentito che anche per il LES si sta iniziando a parlare di uso dei farmaci biologici, specie il Rituximab. Spero di non avervi annoiati troppo e magari di avervi dato qualche spunto di riflessione. Francy di Roma

    Edited by alfonso1953 - 31/10/2010, 19:06
     
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  2. Nymph77
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    ENBREL

    Ciao Francesca,
    è bello leggere di questa tua vittoria. Una bella notizia fa sempre bene anche quando non riguarda la nostra storia privata in particolare perchè aumenta in noi la speranza che qualcosa si possa fare. Se poi ci aggiungiamo che tu ne sei la prova vivente, beh, che dire, è fantastico!

    Bentornata a casa dunque.
    Spero che adesso non sparirai e che continuerai a darci buone notizie.

    Un bacione, Sara.


    Edited by alfonso1953 - 17/7/2008, 16:18
     
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  3. francy-66
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    ENBREL - Per rispondere al tuo problema di paura dei biologici. Il mio medico di famiglia mi aveva parlato degli effetti collaterali dei biologici (fra i più temuti, ma mai dimostrati in quasi 10 anni di vita del primo biologico, l'infliximab, i linfomi). Mi aveva spaventata ma la grandissima fiducia nel nostro immunologo mi ha salvata e ho deciso per il sì. Al medico di famiglia ho detto "sa dottore nel valutare i possibili, ma non certi, effetti collaterali a lungo termine del farmaco biologico ed i sicuri danni in breve tempo che la malattia autoimmune mi farà, beh la mia scelta non può che orientarsi sui biologici. Con la terapia del dolore mi nascondo soltanto sotto la sabbia. Del resto cara Roby consideriamo pure che effetti collaterali li hanno purtroppo tutti i farmaci che hanno azione immunosoppressiva (come i farmaci di fondo) ed il cortisone ha un noto effetto collaterale ovvero provocare osteoporosi anche nei giovani. Per Alf. La tua domanda è molto precisa e ti rispondo nella piccolezza della mia esperienza, per quello che ho sentito dire dai reumatologi e dagli immunologi ai convegni, sperando di averlo capito bene e senza nessuna pretesa di dire cose sicure.
    Per quello che ho capito gli anti-TNF alfa (come sono REMICADE (Infliximab), ENBREL (etanercept)) sono stati finora usati con ottimi risultati nelle artriti (reumatoide e psoriasica) e nelle spondiliti nonché nel morbo di chron e nella rettocolite ulcerosa. Ma proprio all'incontro medici-pazienti del 10 maggio 2008 abbiamo sentito di un professore austriaco che sta sperimentando l'uso dell'anti-TNF alfa su un ristretto gruppo di pazienti con il LES (il quale è la più rappresentativa per gravità fra le connettiviti, seguita dalla sclerodermia). Però questa austriaca è soltanto sperimentazioni e prima che ne vengano riconosciuti gli effetti positivi, prima che l'agenzia internazionale del farmaco li riconosca, prima che siano riconosciuti in Italia, ne passerà purtroppo di acqua sotto i ponti. (però i crauti con i wurstel non sono male!) Allo stato attuale (e non penso sia una sperimentazione ma forse un uso off label, ma non ne sono certa) vi sono reumatologi che usano in ospedale il MAB-THERA (Rituximab) nel trattamento del LES. Il rituximab è un anti Linfociti B CD 20 (che è uno stadio che la cellula B mantiene per la maggior parte della sua vita, escluso soltanto lo stadio di plasmacellula, che è quella che produce anticorpi.) Il linfocita B è stato accertato che ha un ruolo predominante nel LES specialmente nel provocare la formazione degli immunocomplessi circolanti fra antigene ed anticorpo che andando a depositare nei vasi, nei reni ecc provocano la maggior parte dei danni d'organo caratteristici del LES. Pare che con il Rituximab si ottengano risultati buoni nel LES. L'ho sentito dire ad un convegno che si è tenuto al S. Filippo Neri ad aprile 2008.
    In sperimentazione attualmente c'è un altro biologico che agisce sul BLYS (una proteina che svolge la sua azione sui linfociti B promuovendone l'attivazione). Pare che nei soggetti della sperimentazione (tutti con il LES) un buon 50% abbia ottenuto effetti positivi ad un anno. Nella mia modesta esperienza personale posso dirti però che a me l'anti-TNF alfa (ENBREL) ha fatto negativizzare completamente gli anticorpi ANTINUCLEOSOMI. Io, come ben sai, non il LES, ma soltanto gli antifosfolipidi, ma gli ANTINUCLEOSOMI sono nella letteratura ritenuti un anticorpo tipico del LES nelle fasi iniziali della malattia. Il fatto che l'anti-TNF me li abbia negativizzati sembrerebbe dare un'ulteriore conferma all'intuizione di quel professore austriaco che sta sperimentando gli anti-TNF nel LES. Al prossimo convegno a cui andrò farò questa domanda, poi vi dirò cosa mi hanno risposto.
    Un abbraccio a tutti


    Edited by alfonso1953 - 31/10/2010, 19:04
     
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  4. francy-66
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    ENBREL - Ricordo che tu usi Enbrel già da un paio d'anni ma non ricordo se lo usi da solo o in abbinamento con un farmaco di fondo (tipo salazopirina, methatrexate ecc). Per la mia esperienza posso dirti che l'abbinamento migliore è con il MTX. Il mio immunologo mi ha tolto la salazopirina e il plaquenil dopo 4 mesi di enbrel per vedere come andava con il biologico da solo. Poiché dopo 10 giorni dalla sospensione l'ho chiamato quasi in lacrime per i dolori mi ha aggiungo MTX 10 mg intramuscolo a settimana. (dal 17 marzo 2008). Beh dopo un mese già i dolori erano pressocchè spariti, ora al secondo mese sto addirittura recuperando parte della funzionalità articolare perduta. Non ci speravo proprio. Perciò se già non lo fai in abbinamento ti consiglio se credi di parlarne con il tuo medico e di valutare con lui se è il caso. Certo con il MTX bisogna fare attenzione a non restare incinta perché gli effetti sul feto possono essere molto gravi. Se si vuole restare incinta va sospeso da tre a sei mesi prima. Ma per il resto non ho avuto nessun effetto collaterale (anche perché è un dosaggio abbastanza basso). Francy

    Edited by alfonso1953 - 31/10/2010, 19:05
     
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  5. carmenfarma
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    Che cos’è Enbrel? Enbrel è un farmaco contenente il principio attivo etanercept. È disponibile in flaconcini contenenti una polvere da ricostituire per ottenere una soluzione iniettabile e in siringhe pre-riempite contenenti una soluzione iniettabile. Ciascun flaconcino o siringa contiene 25 o 50 mg di etanercept. Per che cosa si usa Enbrel?
    Enbrel è un farmaco antinfiammatorio. È usato nel trattamento delle seguenti patologie: • Artrite reumatoide da moderata a grave (una malattia del sistema immunitario che causa l’infiammazione delle articolazioni) nell’adulto. Enbrel è usato con il metotressato (un farmaco che agisce sul sistema immunitario) nell’adulto affetto da una malattia di entità da moderata a grave che non ha risposto adeguatamente ad altri trattamenti. Enbrel può essere impiegato anche da solo nei pazienti in cui non sia adeguato l’uso del metotressato. Può essere usato anche in pazienti affetti da artrite reumatoide grave mai trattati in precedenza con metotressato. • Artrite idiopatica giovanile poliarticolare (malattia rara che colpisce i bambini e causa l’infiammazione di molte articolazioni) in bambini di età compresa tra i quattro e i 17 anni, che non hanno risposto in modo adeguato al metotressato o non lo possono assumere. • Artrite psoriasica (malattia che causa la formazione di placche rosse sulla pelle e l’infiammazione delle articolazioni) nell’adulto che non ha risposto adeguatamente ad altri trattamenti. • Spondilite anchilosante grave (malattia che causa l’infiammazione delle articolazioni della colonna vertebrale) nell’adulto che non ha risposto in modo adeguato ad altri trattamenti. • Psoriasi a placche da moderata a grave (malattia che causa la formazione di placche rosse e scagliose sulla pelle) nell’adulto che non ha risposto ai farmaci disponibili per questa malattia, oppure che non li può assumere. Per maggiori informazioni, consultare il riassunto delle caratteristiche del prodotto (anch’esso accluso all’EPAR). Il medicinale può essere ottenuto soltanto con prescrizione medica. Come si usa Enbrel? Il trattamento con Enbrel deve essere iniziato e supervisionato da un medico specializzato, con esperienza nella diagnosi e nel trattamento delle malattie per cui si utilizza Enbrel. Enbrel è somministrato per iniezione sottocutanea (sotto la pelle). Nell'adulto, la dose abitualmente
    ENBREL Le terapie biologiche comprendono, emoderivati e vaccini derivati da mi- crorganismi vivi, attenuati e uccisi, peptidi o proteine (ad es. ormone della cresci- ta), terapie basate su anticorpi, terapie basate su acidi nucleici e la terapia genica. Al momento attuale la maggior parte delle terapie utilizzate nella clinica o in corso di sperimentazione sono proteine utilizzate per via endovenosa o sottocutanea. Si tratta soprattutto di proteine umane ricombinanti con effetti immunoregolatori, anticorpi monoclonali (di origine murina e umanizzati) e proteine di fusione. Linee di ricerca di interesse industriale: le metodologie necessarie. Identificazione di nuovi targets molecolari e creazione di nuovi modelli sperimentali in patologia: Uso degli anticorpi (Atc) per comprendere le basi molecolari di patologie di cui non si conoscono i meccanismi, per individuare approcci terapeutici e diagnostici mirati. Approccio del "knock- out fenotipico": attività di sviluppo tecnologico in cui l'uso di Anticorpi diretti contro specifici bersagli molecolari intra- od extra- cellulari determina l'inattivazione della corrispondente proteina. In questo modo, se tale inattivazione determina le risposte tipiche della patologia, si viene a conoscere chiaramente il ruolo causale della proteina stessa. Da qui, lo studio di possibili strategie terapeutiche. Tale approccio offre un mezzo e una tecnologia per lo studio sistematico della funzione delle proteine a livello genomico. Sviluppo di Anticorpi monoclonali umani: Lo scopo è isolare e ottenere Atc di origine umana da utilizzare in terapia e diagnostica. Diverse strategie: Generazione di Atc umani in batteri; Isolamento ed espansione di linfociti B umani; Utilizzo di topi transgenici, cioè topi che contengono un tratto di DNA estraneo, umano, e quindi producenti immunoglobuline umane - Vantaggi di Atc umani: Ottenimento di Atc privi di porzioni di origine murina (di topo), più efficaci e con minori effetti collaterali indesiderati rispetto a quelli ottenibili con le tecniche attuali; Ottenimento di Atc con tempi e costi sensibilmente inferiori rispetto a quelli consentiti dalle tecnologie attuali; Ottenimento di Atc ad alta affinità contro un numero illimitato di bersagli molecolari con ruolo causale in patologie diverse. Inoltre, la tecnologia degli Atc umani è recente ma non pionieristica e le possibilità di successo sono quindi elevate, anche date le competenze maturate da importanti gruppi italiani.
    ENBREL L'ultima frontiera della farmacologia è rappresentata dai farmaci biologici. Si indicano con questa definizione quei farmaci che sono estremamente selettivi perché puntano a colpire una singola struttura (recettore, proteina, sequenza di DNA) in modo preciso, riducendo così gli effetti collaterali e aumentando l'efficacia della terapia. Sono il risultato dei progressi fatti nel campo delle biotecnologie. Sono disponibili per ora farmaci biologici contro l'artrite reumatoide, la psoriasi, le malattie infiammatorie croniche dell'intestino e alcuni tipi di tumore. L'ENBREL è ottenuto da due proteine umane. Carmen

    Edited by alfonso1953 - 31/10/2010, 19:12
     
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  6. annabella1959
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    cara Francesca vorrei conocere il nome dell'immunologo del S.Andrea a cui ti sei rivolta. mia moglie ha d dolori fortissimi che rispecchiano tanto ituoi. noi siamo a Torino ma veniamo a Roma di corsa se la cura che tu dici e cosi efficace. ringrazio in antici po chiedendo scusa degli errori ma non sono un grande esperto di computer. grazie anche a nome della mia Elena ciao Cesare.
     
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5 replies since 8/1/2008, 16:26   10475 views
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