nuova influenza vaccino

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    nuova influenza, vaccino
    Nuova influenza: la Cina
    ha approvato un vaccino monodose
    Entra in produzione con il via libera delle autorità sanitarie di Pechino
    (Ansa)MILANO - La Cina ha approvato la messa in produzione di un vaccino monodose contro l’influenza A/H1N1, sviluppato dal laboratorio cinese Sinovac. Lo ha annunciato l’Autorità dell’alimentazione e dei farmaci (Sfda). «Il vaccino H1N1 di Sinovac è ufficialmente approvato» ha dichiarato in una conferenza stampa il capo dell’ufficio applicazione dell’amministrazione Sfda, Zhang Wei. «I test hanno mostrato che il vaccino è sicuro» secondo la Sfda. A metà agosto Sinovac aveva annunciato di aver sviluppato un vaccino monodose, mentre i grandi laboratori occidentali hanno puntato a vaccini a due dosi.
    L'OMS «DATI INCORAGGIANTI» - «Non sono ancora al corrente dei particolari tecnici circa il vaccino cinese» commenta Gianni Rezza, epidemiologo delle malattie infettive dell'Istituto Superiore di Sanità di Roma, «ma che una sola dose possa bastare è verosimile, perchè anche per i vaccini "occidentali" questa è ormai più che un'ipotesi». Se una dose fosse sufficiente, si potrebbero distribuire vaccini a più persone e più rapidamente. L’Organizzazione mondiale della sanità si è detta incoraggiata dagli esperimenti effettuati con uno dei due vaccini cinesi. Alcuni esperti affermano tuttavia che occorrerà procedere a ulteriori test.

    NOVARTIS: UNA SOLA DOSE DI VACCINO GIÀ EFFICACE - Una conferma sulla possibilità che il vaccino possa funzionare anche in una sola dose arriva anche dalla Svizzera, dove ha sede il quartier generale della multinazionale Novartis. Lo casa farmaceutica ha condotto un esperimento pilota. con la collaborazione dell'Università britannica di Leicester, in Inghilterra, con l'aiuto di 100 volontari, riscontrando una potenziale risposta immunitaria protettiva nell'80% dei soggetti dopo la prima dose, e in più del 90% dei casi dopo la seconda dose. «Lo studio ci porta a dedurre che, mentre due dosi forniscono una migliore protezione, anche una sola dose del nostro vaccino Celtura è sufficiente per proteggere gli adulti dall'influenza suina», ha detto Andrin Oswald, amministratore delegato dell'unità vaccini di Novartis. Sebbene l'influenza H1N1 si sia presentata, allo stato attuale, in forma mite, le autorità sanitarie temono una possibile mutazione e quindi una possibile nuova ondata del virus più violenta, in concomitanza con i mesi invernali nell'emisfero settentrionale. Novartis, intanto, sta svolgendo ulteriori test clinici, che coinvolgeranno più di 6.000 adulti e bambini. Le società farmaceutiche di tutto il mondo, comprese Sanofi Aventis, GlaxoSmithKline, CSL e l'unità MedImmune della AstraZeneca, stanno cercando di sviluppare i vaccini nel minor tempo possibile.








    News
    ■ Influenza A, prime vaccinazioni in Italia
    a partire da metà novembre
    Approfondimenti
    ■ Decalogo dei medici di famiglia contro l'influenza A
    ROMA (1 settembre) - La prima fase della vaccinazione prenderà il via a metà novembre: si comincia con gli operatori sanitari e i malati cronici. A gennaio toccherà agli altri. Dai sintomi ai farmaci da prendere in caso di infezione. Le modalità di contagio: ecco cosa si deve sapere sull'influenza A/H1N1.

    1- Quali precauzioni possiamo adottare contro il virus?
    Per evitare il contagio dal virus della nuova influenza sono consigliate una serie di buone pratiche da mettere in atto quotidianamente. In pratica, sono le stesse precauzioni valide anche per proteggersi da altri tipi di virus. Gli esperti consigliano di lavarsi bene e molto spesso le mani, soprattutto se si frequentano luoghi pubblici (uffici, scuole o mezzi di trasporto come autobus e metro). Se è possibile gli esperti consigliano anche di evitare di frequentare posti un po’ troppo affollati. Se la situazione lo dovesse richiedere, è raccomandabile anche l’utilizzo della mascherina che, in alcuni studi scientifici, si è dimostrata un efficace strumento di prevenzione.

    2- E’ vero che la nuova influenza si trasmette come quella stagionale?
    Sì, le modalità di trasmissione del virus H1N1 della nuova influenza sono analoghe a quelle della normale influenza stagionale. Il virus si diffonde, infatti, attraverso starnuti e colpi di tosse che liberano nell’ambiente piccole quantità dell’agente patogeno. Anche il solo contatto con mani sporche che vengono portate alla bocca o un semplice bacio con una persona infetta può essere contagioso. Questi infatti sono considerati gli immediati canali di trasmissione. Per questo le autorità italiane, così come anche quelle di altri paesi, all’inizio della pandemia hanno attuato una serie di misure di “restrizione sociale”, isolando gli infetti e consigliando l’uso delle mascherine in ambienti a rischio.

    3- Febbre, tosse, stanchezza i sintomi da tenere sotto controllo
    Anche i sintomi della nuova influenza sono molto simili a quelli dell’influenza stagionale. Questi comprendono febbre, tosse, mal di gola, dolori muscolari, mal di testa, brividi e stanchezza. In alcuni casi i pazienti hanno riferito anche diarrea e vomito.
    Inoltre sono stati segnalati casi particolarmente gravi di infezione che hanno provocato complicanze (soprattutto respiratorie) e che hanno portato al decesso di alcuni pazienti. Anche i tempi di incubazione dell’influenza suina sono gli stessi della normale influenza. Devono passare dai 2 ai 4 giorni al massimo, prima che inizino a manifestarsi i primi sintomi della malattia.

    4- In caso di contagio quali farmaci possono essere usati?
    In caso di contagio della nuova influenza è possibile usare alcuni farmaci già in produzione. Il virus reagisce “bene” ad una particolare classe di farmaci antivirali. Si tratta dell’oseltamivir e del zanamivir, due molecole commercializzate con nomi differenti anche in Italia. Sono farmaci che possono essere acquistati dietro prescrizione del medico e solo in caso di effettiva necessità. E’ sconsigliato comunque l’acquisto degli antivirali di scorta nella convinzione che potrebbe essere utile averne alcune confezioni in casa sia perché non sono efficaci in via preventiva, sia perché utilizzarli in modo improprio significa favorire la comparsa di virus resistenti.

    5- Anziani, bambini e cardiopatici i soggetti più a rischio
    Come in ogni forma di influenza ci sono delle categorie di persone a maggior rischio delle altre. E questo perché l’influenza può assumere forme più gravi e dar luogo a complicazioni cardiorespiratorie potenzialmente pericolose. I soggetti considerati più a rischio sono anziani, bambini, cardiopatici, immunodepressi, persone affette da malattie croniche. Il virus della nuova influenza ha però dimostrato di essere molto contagioso nei giovani e un po’ meno negli anziani, probabilmente perché questi ultimi potrebbero aver sviluppato in passato anticorpi in grado di proteggerli ora dal virus della nuova influenza, anche se così non si era mai manifestata.

    6- Come si può essere sicuri dell’efficacia di un nuovo vaccino?
    Per verificare l’efficacia di un vaccino, in genere, si effettuano studi prima e dopo la sua distribuzione. Sono i cosiddetti trial clinici. All’inizio vengono eseguiti degli studi per valutare la sua immunogenicità, cioè la capacità di stimolare il sistema immunitario a produrre anticorpi protettivi contro la malattia per cui si è stati vaccinati. Successivamente viene anche valutata la sicurezza dei vaccini e le diverse modalità di prescrizione e dosaggi. Questa prima fase viene poi seguita da studi che definiscono direttamente l’efficacia nel prevenire la malattia confrontando la frequenza di casi negli individui vaccinati e in quelli non vaccinati. Questi sono studi in genere effettuati dopo l’autorizzazione e la distribuzione del vaccino e prevedono il confronto anche con i dati raccolti ed elaborati da altri paesi.

    7- Dopo quanto tempo un vaccino comincia ad essere efficace?
    In generale, occorrono alcune settimane perché una normale risposta immune si completi. Questo vuol dire che la protezione da un’infezione non inizierà immediatamente dopo la vaccinazione. C’è poi da tenere in considerazione che un vaccino antinfluenzale non funziona nel 100 per cento dei casi. Infatti, dalle statistiche è emerso che il vaccino offre protezione solo nel 50-60 per cento dei casi. Questo significa che spesso si può essere colpiti da un virus e ci si può ammalare anche se è stato fatto il vaccino. Nonostante questo, gli esperti concordano sul fatto che il vaccino rimane la migliore arma contro i virus influenzali e, quindi, anche contro il virus della nuova influenza perché comunque garantiscono una certa copertura.

    8- A che cosa potrebbe servire chiudere le scuole?
    La chiusura delle scuole è una delle misure previste dal Piano pandemico nazionale che sarà presentato domani alle Regioni. Più che una strategia di lotta al virus, rappresenta una misura di mitigazione che ha lo scopo di attenuare l’impatto dell’epidemia. E’ infatti risaputo che un clima più freddo e l’aggregazione di persone in luoghi chiusi, come ad esempio nelle scuole, sono condizioni che favoriscono la diffusione del virus. Secondo alcuni studi un bambino infetto da solo puo’ portare ad infettare altri 15 compagni di classe. La chiusura delle scuole, una misura definita tecnicamente di “restrizione sociale”, non è però in grado di annullare le occasioni di contagio, ma solo di limitarle. Per il momento l’unico modo per proteggersi dal virus è affidarsi al vaccino.

    9- Due fasi in Italia partono il 15 novembre e il 31 gennaio
    Al momento il vaccino è nella fase finale di sperimentazione ed già è entrato in produzione. I primi stock di dosi saranno distribuite in Italia a partire dal prossimo 15 novembre. Il piano di vaccinazione prevede due distinte fasi. La prima interesserà prevalentemente gli operatori sanitari e le persone a rischio, cioè i malati cronici. La seconda fase che partirà dal prossimo 31 gennaio dovrebbe estendere la vaccinazione alle persone con età compresa tra i 2 e i 27 anni di età. In tutto dovrebbe essere coperto il 40 per cento della popolazione. Il vaccino sarà distribuito gratuitamente attraverso la rete dei pediatri e dei medici di base. In tutto sono necessarie due somministrazioni a distanza di un mese l’una dall’altra.

    10- Indice di mortalità molto basso, ma il rischio è l’enorme diffusione
    Al momento i dati rilevati dai diversi centri di controllo mostrano un indice di mortalità di questo virus pandemico molto bassa, pari cioè all’un per cento. Nel mondo infatti su circa 200.000 casi sono stati registrati solo 2000 decessi. In Italia su 2000 casi circa non si è assistito ad alcun decesso. Questo significa che il virus, pur avendo un’alta capacità di trasmissione - si è diffuso in tutto il mondo in pochissimi giorni - ha però una bassa virulenza. Il problema che tiene in allarme l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) e tutti i governi compreso quello italiano, è l’elevato numero di persone che potrebbero essere contagiate e non quello dei decessi attesi. Un numero alto di malati, infatti, può comportare a livello economico grossi svantaggi.

    Edited by lupustest - 14/9/2009, 21:36
     
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