trombofilia o stato ipercoagulabile

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  1. alfonso1953
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    trombofilia o stato ipercoagulabile Trombofilia congenita ed acquisita Trombofilia una condizione clinica in cui il paziente, di età inferiore a 45 anni, dimostra, per cause congenite o acquisite, una inusuale predisposizione al tromboembolismo arterovenoso e una tendenza alle recidive anche in assenza di cause scatenanti evidenti. E' nota anche come stato ipercoagulabile o stato protrombotico o pretrombotico Gli episodi trombotici sono più frequenti nel distretto venoso, rispetto a quello arterioso. È importante sottolineare la caratteristica episodicità dei fenomeni trombotici nei soggetti trombofilici: infatti, anche nel caso di una predisposizione geneticamente determinata, in cui l'equilibrio fra le forze emostatiche è spostato a favore di quelle protrombotiche, è necessario che coesistano più fattori trombofilici perché si arrivi ad un evento trombotico vero e proprio. Si distinguono in trombofilie congenite (cioè presenti fin dalla nascita ed ereditate da uno o entrambi i genitori) o acquisite, contratte cioè dopo la nascita - Trombofilie congenite I soggetti con trombofilia congenita sono particolarmente esposti durante la gravidanza, il puerperio, l'immobilizzazione prolungata, gli stati post-operatori, l'assunzione di estrogeni o estroprogestinici come contraccezione orale o terapia ormonale sostitutiva per la menopausa. Le trombofilie congenite più frequenti sono:
    Il fattore V Leiden
    la resistenza congenita all'azione della proteina C attivata,
    la protrombina mutata G20210A che comporta la formazione di una maggiore quantità di protrombina
    il deficit di antitrombina
    la carenza di proteina C
    la carenza di proteina S
    il deficit del cofattore eparinico II
    l'iperomocisteinemia

    Il fattore più importante che determina la varietà e la gravità dei sintomi è lo stato di omozigote; nel deficit di antitrombina lo stato di omozigosi non è ritenuto compatibile con la vita, tranne che per rare varianti; nel caso della carenza omozigote delle proteina C ed S si rilevano rari casi che si manifestano nel periodo neonatale come porpore fulminanti, necrosi ischemiche multiviscerali e cutanee.
    I soggetti omozigoti sono quelli che hanno ereditato un gene malato da entrambi i genitori portatori del difetto; gli eterozigoti hanno ereditasto un solo gene difettoso e sono fino ad u certo punto "protetti" dal gene integro presente sull'altro cromosoma.

    Si stima che in Italia il numero di individui omozigoti per il fattore V Leiden sia 1 su 4.000-5.000; il rischio di trombosi venosa è circa 11 volte superiore rispetto a quello di un individuo eterozigote e 90 volte superiore rispetto a un individuo con genotipo normale. L'individuo omozigote ha inoltre una probabilità di andare incontro a un episodio clinicamente rilevante di trombosi venosa prima dei 35 anni circa doppia rispetto all'eterozigote.

    Manifestazioni cliniche delle trombofilie
    Generalmente si manifestano come trombosi venosa profonda della gamba, la quale può complicarsi con un'embolia polmonare acuta, a volte fatale. Tuttavia gli episodi trombotici possono passare del tutto inosservati, senza sintomi, e manifestarsi anche dopo anni come sindrome post-flebitica degli arti inferiori o cuore polmonare cronico da ipertensione polmonare causata a sua volta da un'embolia ricorrente.
    Più rare sono le manifestazioni trombotiche di altri distretti come le vene profonde addominali (vena porta, vena splenica, vene mesenteriche), le vene epatiche (sindrome di Budd-Chiari), quelle retiniche, quelle cerebrali, e quelle renali, o le tromboflebiti superficiali.
    Sono molto rari gli episodi di trombosi delle vene dell'arto superiore o della vena succlavia; sono stati infine riportati casi di tromboflebite migrante. Una trombofilia congenita va sempre ricercata nelle donne con aborti ricorrenti.
    Le trombosi arteriose sono invece estremamente rare nei pazienti con trombofilia congenita, fatta eccezione per l'iperomocisteinemia ereditaria che sembra effettivamente associata ad una aumento del rischio di infarto del miocardio, accidenti cerebrovascolari acuti ed arteriopatie obliteranti agli arti inferiori.

    Secondo le indicazioni della British Society for Hematology è raccomandato lo screening per le trombofilie congenite negli individui che abbiano avuto:
    tromboembolismo venoso prima dei 45 anni senza cause apparenti;
    trombosi ricorrenti o in sedi inusuali per esempio vene epatiche, spleniche o vene cerebrali;
    trombosi neonatale senza apparente motivo;
    trombosi arteriose prima dei 30 anni;
    storia di trombosi familiare;
    aborti ripetuti.
    Screening per le trombofilie
    Oltre l'emocromo ed i normali test di laboratorio emocoagulativi, PT, aPTT e dosaggio del fibrinogeno, lo screening di trombofilia si può avvalere del dosaggio quantitativo e funzionale dei vari fattori trombofilici, AT, proteina C, proteina S, del test di resistenza alla proteina C attivata, della ricerca dell'anticoagulante lupico (lupus anticoagulant) e degli autoanticorpi anticardiolipina e di analisi genotipiche per la ricerca delle mutazioni.
    Dopo un primo episodio acuto si raccomanda di proseguire una terapia anticoagulante per almeno per 6 mesi

    Trombofilie acquisite
    Sono qui di seguito riportate le condizioni o malattie acquisite associate a trombofilia:
    gravidanza, soprattutto nel post-partum e nel puerperio;
    età avanzata;
    immobilizzazione;
    traumi post-operatorio, specialmente ortopedico o della chirurgia oncologica;
    iperomocisteinemia;
    uso di estrogeni ed estroprogestinici;
    neoplasie;
    lupus anticoagulant e anticorpi antifosfolipidi
    impiego di farmaci antitumorali (fluorouracile, mitomicina C, dacarbazina);
    malattie mieloprolifeative croniche (policitemia vera, trombocitemia essenziale, mielofibrosi idiopatica, LMC);
    diabete mellito;
    ipertensione arteriosa;
    piastrinopenia e trombosi da eparina;
    emoglobinuria parossistica notturna;
    talassemie;
    anemie emolitiche;
    emoglobinopatie;
    sindrome nefrosica;
    porpora trombotica trombocitopenica;
    sindromi da iperviscosità (mieloma multiplo, crioglobulinemie, m. di Waldenstrom);
    insufficienza cardiaca.
    Farmaci : tamossifene, talidomide, eritropoietina
    Autore:Vincenzo Cordiano
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    Edited by alfonso1953 - 1/11/2010, 09:32
     
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